It's me

Mario Miccoli, Uomo cane, olio su cassetta di legno.

"Anerkuon ASD" è un'associazione sportiva dilettantistica il cui obiettivo principale è la qualità di vita delle persone e dei cani."

Il gioco che non è gioco, ovvero come prepararsi per le aree cani

A sinistra Cassio, circa cinque anni, a destra Whisky, qualche mese più di un anno. Entrambi non castrati.

E' la loro prima volta insieme, dopo essersi conosciuti a rete.

Sembra stiano per attaccarsi? Sembra stiano giocando pesante?

 Né l'una né l'altra cosa.

 

 

L'immagine è un fotogramma di un brevissimo video che mostra una piccolissima parte di un'interazione faticosa:

 

 

Dopo aver visto il video è chiaro che non si tratta di un'aggressione. Quindi è gioco.

Non lo è.

Dunque, di cosa si tratta?

 

L'inizio dell'incontro (che non si vede nel video) è stato giocoso per entrambi, ma in modalità diverse: Cassio era tranquillo, fiducioso e aperto alla nuova conoscenza; Whisky era invece su di giri, più interessato ad annusare Cassio in modo insistente.

Cassio ovviamente si rende conto, e comincia a "giocare per l'altro" : non c'è più parità e spensieratezza, ma gestione di Whisky per portarlo su un livello di giri più basso.

Lo capite osservando il modo in cui Cassio utilizza il suo corpo (la parte posteriore per rallentarlo, il collo per evitare gli attacchi) per fermare il giovane e impedirgli di continuare ad annusarlo, ma soprattutto da come cerca di sciogliere quella tensione portandolo via in una corsa veloce

In un'area cani affollata questa interazione avrebbe creato confusione e sarebbe stata potenzialmente pericolosa, perché molto veloce e poco equilibrata: Cassio sa cosa sta accadendo, in ogni momento, ed è sempre ben presente a se stesso e all'altro; Whisky, al contrario, non è consapevole di quello che fa - sia per inesperienza, sia perché il suo livello di eccitazione è troppo alto. In un'area cani affollata si sarebbe molto probabilmente creata una bella baldoria di cani che avrebbero rincorso sia Whisky sia Cassio, con possibilità annessa che qualche testa calda avrebbe potuto alzare ancor di più il livello di confusione, magari cercando di fermare qualcuno acchiappandolo per una zampa o sul dorso.

In una zona protetta e gestita da un professionista questa interazione viene invece modulata, sospesa e interrotta in modo protettivo per entrambi i cani ed educativo per Whisky.

Alcuni proprietari ritengono che i cani se la debbano sbrigare tra di loro. Altri, al contrario, sono iper protettivi nei loro confronti.

In entrambi i casi, nessuno vede realmente i cani.

I cani che vivono con noi non possono sbrigarsela tra di loro semplicemente perché non sono in grado di farlo, giacché vivono non tra i loro simili, ma con noi e, in aggiunta, vengono di solito separati dalla madre e dai fratelli (se va bene) a due mesi di età.

Il cane più competente dal punto di vista sociale intraspecifico non sarebbe a proprio agio in un'area cani.

Cassio è molto competente. Ciononostante, io non lo porto nelle aree cani. Lo metterei in difficoltà, costringendolo a occuparsi di tutti in uno spazio solitamente molto ridotto.

E’ davvero importante, quindi, garantire ai nostri cani una corretta vita sociale intraspecifica fin da cuccioli. Difficilmente la si può sperimentare in un’area cani.

Insomma, sono contraria alle aree cani ma capisco che siano quasi gli unici luoghi, in città, in cui liberarli dal guinzaglio.

Ecco dunque un breve vademecum per frequentarle in modo consapevole:

1. Non affidare la socializzazione del proprio cane alla socializzazione casuale tipica delle aree cani, ma a un bravo professionista, in modo che poi, nelle aree cittadine predisposte per loro, non solo si possano limitare al massimo gli  incidenti, ma impariamo a creare le situazioni corrette e a evitare quelle stressanti o pericolose

2. Imparare a osservare e conoscere davvero il proprio cane (parlo della conoscenza che fa distinguere il gioco dalla predazione, ad esempio). La si acquisisce grazie al lavoro svolto con il professionista cinofilo di cui sopra. Questa consapevolezza permetterà inoltre di capire quali cani sono giusti e quali non per il nostro. I cani non stanno bene con tutti, solo perché appartengono alla stessa specie. Noi siamo tutti umani: stiamo bene con chiunque? Non credo.

3. Non distogliere l'attenzione visiva dal proprio cane e dagli altri, in modo da poterlo aiutare : non si sta al cellulare, non si chiacchiera disinteressandosi del proprio compagno a quattro zampe! 

4. Non portare cibo e giochi: non possiamo sapere se ci sono cani possessivi o competitivi. Tantissimi anni fa, in passeggiata con il mio primo cane e un amico con il suo, al lancio di un legnetto (non da parte mia), il mio cane si ritrovò con il piede spezzato da un morso del pastore tedesco del mio amico. Il mio cane, Bruto, aveva 6 mesi. Il pastore tedesco 4 anni.

5. Non si entra in area cani con il guinzaglio

6. Non ci si accalca, cani e persone, davanti al cancello di entrata. Lo spazio, le distanze sociali, per i cani sono importanti. Chi arriva deve saper cogliere il momento migliore per entrare; chi è già dentro deve facilitare l’entrata dei nuovi arrivati

7. Fare una bella passeggiata con il proprio cane prima di entrare in area cani, in  modo che non arrivi carico di tensione e eccitazione

8. Niente aree cani per le cagne in calore!

9. Niente aree cani per i cuccioli!

10. Niente aree cani se non vaccinate il vostro cane

……

Ci sarebbe molto altro, ma mi sembra sia già tanto così.

Cosa succede se non si rispettano queste regole? Nei casi peggiori, aggressioni e risse. Oppure quello che a tutti sembra gioco e che gioco non è: corse forsennate rincorrendo di solito un solo cane, cani che si nascondono sotto la panchina o si mettono vicino al proprietario che si allontana o li allontana dicendo “vai, vai a giocare” , cani che brucano l’erba e si tengono in disparte… e molto altro.

Saper vedere se i cani sono agitati, eccitati o sereni e tranquilli fa la differenza non solo tra malessere e benessere, ma anche tra pericolo e sicurezza. Oltre a rendere noi più presenti, attenti e magari un po' più consapevoli del fatto che il cane che abbiamo scelto di fare entrare nella nostra vita è un individuo con carattere, bisogni, preferenze esattamente come noi.

 

Alessandra Scudella

 

 

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